Accedendo nell’edificio dal lato Napoli, ci troviamo dinanzi allo scalone in piperno che collega il piano inferiore al vestibolo; la creazione dello scalone è da attribuire all’ingegno e alla creatività di Luigi Vanvitelli di fatto questa innovativa soluzione architettonica si distingue per la sua eleganza, tanto da essere considerata da Vanvitelli stesso come un’impresa difficilmente eguagliabile anche nei suoi progetti più prestigiosi.
Lo scalone collegato al vestibolo è dotato di un’area vestibolare inferiore che viene strategicamente ampliata per favorire, non solo la prospettiva e la simmetria, l’integrazione dell’invaso a pian terreno nell’intero disegno architettonico; aumentando così la luminosità definendo i percorsi di luce tra vestibolo, scala e accessi ai giardini. Per aumentare il senso di ampiezza le finestre delle scale, vengono ampliate e retrocesse, seguono il disegno scenografico di Vanvitelli integrando anche dei finestroni finti; inoltre tutta l’area è arricchita con festoni, ghirlande, conchiglie e nicchie per statue, il tutto con l’obiettivo di arricchire l’area che anticipa l’accesso al piano nobile e, di conseguenza, agli ambienti interni della villa .
Dallo scalone si accede direttamente all’area del vestibolo superiore (unica sala che conserva ancora la pavimentazione in cotto) entrando in quest’ area della villa si può subito cogliere l’attenta disposizione degli spazi e delle loro funzioni: le ventuno stanze del piano nobile si succedono, creando un percorso lineare che si apre verso l’esterno. Ogni ambiente principale è introdotto da una lunetta affrescata sopra la porta, accompagnata da un’iscrizione latina che segna il ritmo del tempo attraverso le stagioni (vedi fig.13) .
Nella lunetta sopra il portone d’ingresso, l’iscrizione dedicata a Cerere “QUA CERERIS FLAVAS AESTU TERET AREA FRUGES/NON ALIA MELIUS PARTE LATERE QUEAS”: “Quale altro luogo che non sia in questa parte produrrà meglio le messi mature di Cerere”; nella lunetta posta alla destra del portone d’ingresso abbiamo una raffigurazione di Pomona con sotto l’iscrizione “HAS POMONA COLIT SEDES ET LIBER AN UQUAM/ POSSE PER AUTUMNEM LAETIOR ESSE PUTES”: “Pomona onora questi luoghi se ritieni che ogni luogo possa essere libero e più fecondo in autunno”; di rimpetto alla porta d’ingresso abbiamo la dedica alle costellazioni d’Acquario con l’iscrizione “FRIGIDUS HIBERNA LICET INSTET AQUARIUS URNA/ QUID BOREA HEIC METUAS QUID MALA DAMNA NIVIS”: “Per quanto Acquario abbia già attraversato gli accampamenti invernali con la sua urna, si tema la Borea e i danni della neve; infine sulla sinistra troveremo la dedica a Cloride che recita “HEIC UBI ODORATO CHLORIS PROCEDET AMICTU/MOLLIA JUCUNDE TEMPORA PUERIS AGAS”: “Dove Cloride incederà col mantello profumato, trascorri piacevolmente momenti propizi ai fanciulli”.
Al centro del vestibolo è posta una cupola che illumina generosamente il vestibolo attraverso le finestre ovali, purtroppo, gli affreschi della cupola, probabilmente eseguiti da Crescenzo La Gamba , sono andati irrimediabilmente perduti, insieme alle statue nelle nicchie agli angoli della sala, che, probabilmente erano parte del progetto decorativo complessivo , presumibilmente raffiguravano le quattro stagioni.