Al culmine della navata destra abbiamo un vestibolo che introduce alla Sacrestia, al quale si accede salendo tre gradini, sulla parete destra del vestibolo è posta una tavola del Seicento raffigurante San Carlo Borromeo, il santo è raffigurato con la veste cardinalizia inginocchiato in preghiera dinanzi al Crocifisso ed è rappresentato con un’aria austera, alle spalle di esso è possibile scorgere un dipinto della Vergine con il Bambino. Dal vestibolo salendo altri ulteriori quattro scalini si accede alla Sacrestia, lungo le pareti laterali di essa sono presenti degli splendidi armadi del Seicento in legno di noce, realizzati da Dionisio Lazzari; gli armadi al centro presentano un’ edicola, quella dell’armadio a destra racchiude una tela raffigurante la Deposizione, mentre nell’altra a sinistra è presente un Crocifisso dipinto del Settecento (vedi fig.38); le edicole sono sormontate da baldacchini con un repertorio ornamentale variegato; lungo le pareti sono ubicati, oltre a quattro dipinti raffiguranti quattro parroci che hanno avuto reggenza della chiesa, troviamo anche le “sette opere di misericordia corporale”.
Per accedere al coro dalla Sacrestia bisogna attraversare una porta sormontata da un crocifisso ligneo contenuto all’interno di una nicchia quadrilobata; all’interno del coro sono collocati gli stalli sui quali i presbiteri prendevano posto per accompagnare col canto le funzioni e i riti religiosi, ma lungo le pareti del coro è possibile trovare anche cinque enormi tele rappresentanti le scene di vita e le gesta di San Pietro, le tele assegnate al pittore settecentesco Domenico Giglio rappresentano: San Pietro che riceve le chiavi da Cristo, San Pietro che celebra la Messa all’altare della Madonna di Ampellone, San Pietro che battezza Ampellone, San Pietro che predica alle turbe il Vangelo e il Martirio di San Pietro.
Infine sulla parete di fondo troviamo due statue lignee di San Pietro e Sant’Aspreno ed ai lati di esse vi sono le due porte marmoree architravate che consentono di accedere all’altare maggiore.