La cappella di Sant’ Antonio, detta anche Cappella dei Sarcofagi, è la terza a sinistra, questa cappella rispetto alle altre presenti nella chiesa, presenta meno arte, ma molta più storia. Posta all’interno della nicchia che sovrasta l’altare si trova la statua di Sant’Antonio (del diciannovesimo secolo) che è a manichino in quanto soltanto le mani e la testa sono in legno, il resto del corpo al di sotto della veste monacale è composto da stoppa; mentre invece il Bambinello è composto interamente in legno, con l’aureola e reca tra le mani un piccolo mondo con sopra la croce ed uno stelo con vari gigli in argento; il Santo oltre alla veste con cordone francescano porta un collare d’argento che termina con una pecora, che fa pensare all’onorificenza de Toson d’oro.
La cappella d’altra parte è molto interessante a causa della presenza delle lastre di due sarcofagi murati nella parete, quello posto in basso, sul quale è scolpita una tabula ansata tra due grifi, risalente al secondo secolo d.C. ; l’altra invece presenta un fregio strigliato, ai lati di un clipeo sormontato da due piccole figure, databile invece al quinto secolo d.C. .
Questi sarcofagi furono adattati e introdotti nel Santuario intorno al nono secolo, furono eliminate le teste delle divinità pagane presenti sulle superfici e furono raschiate via le iscrizioni, recanti probabilmente il nome dei defunti con l’intento di eliminare i residui segni del paganesimo, anche se in realtà le vecchie iscrizioni furono sostituite con delle iscrizioni in latino con caratteri misti, quindi furono adattate ad altare fino al Cinquecento, quando ai due sarcofagi furono tagliate le lastre frontali e murate nella parete in cui si trovano; come ricorda l’iscrizione del 1547 inserita tra le lastre e proprio in quel periodo furono realizzati in stucco due puttini che affiancano una croce centrale.