Essa è la prima cappella partendo da destra entrando dall’odierno ingresso, di patronato della facoltosa famiglia Scognamiglio-Capuano, recentemente restaurata nel 2013, all’interno di essa abbiamo la presenza di una fonte battesimale in marmo composta da un bacino sostenuto da un piede centrale e dalla base posta in un livello più basso del piano di calpestio odierno, ma lo stato di decadenza della vasca, la portano ad essere fasciata da un cerchio metallico e ancorarla a terra in modo tale da garantirne la stabilità, quest’opera risale al Quattrocento, realizzata dai lapicidi Ludovico Francesco Scognamiglio e Angelillo Formisano, come si evince dall’iscrizione posta sul bordo; essa molto probabilmente era la fonte battesimale del Battistero originario e si spiega l’esigenza della sua nascita nel fatto che nel periodo del Quattrocento il Cristianesimo si diffonde via via sempre di più ed erano in molti coloro che richiedevano il battesimo alla religione cristiana però la particolarità sta nel fatto che nel suddetto periodo si diffonde il battesimo per infusione e non più per immersione.
Il battistero ha una notevole importanza come testimonianza dell’uso del sacramento nell’area vesuviana del quindicesimo secolo nonostante la distanza dalla cattedrale di Napoli.
Nella parete di fondo della cappella è ubicata una tela databile ai primi anni del Seicento attribuita alla cerchia di Francesco Curia raffigurante il Battesimo di Cristo ambientato in un paesaggio roccioso ma fortemente naturalistico, la scena del sacramento, dove sono presenti Cristo e San Giovanni Battista affiancati da due angeli, è sormontata da una corposa schiera di angeli e cherubini al centro dei quali predomina la figura di Dio Padre e lo Spirito Santo che discende sulla figura di Cristo illuminandola con una luce proveniente da sinistra; la tela è caratterizzata da colori tenui che rendono la scienza serena.